Nell’immaginario comune lo smart working è spesso equiparato al lavoro da casa. In realtà con questo termine ci riferiamo a un nuovo approccio, che trasforma gli spazi e i processi organizzativi. Questi cambiamenti, sempre più pervasivi, sono stati oggetto del roundtable dello scorso 12 novembre, targato The Wise Place*.
Insieme ad esperti di innovazione e testimonianze aziendali ci siamo confrontati sui temi della trasformazione digitale e del suo impatto sulla ridefinizione degli spazi e delle metodologie di lavoro.
Spazi, identità e relazioni
L’ identità del soggetto si è sempre co-costruita in relazione all’ambiente e alla cultura in cui è inserito: infatti “lo spazio plasma gli individui ma anche le persone modificano lo spazio”. Quelli che sono ambienti comuni per alcuni, per altri possono risultare spaesanti. Ad esempio, uno strumento per noi quotidiano come la scala mobile, non è di così immediato utilizzo per chi la vede per la prima volta…
Questa millenaria relazione tra spazi e individui cambia radicalmente con le nuove tecnologie digitali: parliamo di digital disruption, un fenomeno che rivoluziona non solo gli ambienti, delocalizzandoli e ristrutturandoli, ma incide anche sull’accelerazione del tempo e sulla frammentazione identitaria.
Dal lavoro stanziale siamo passati al nomadismo funzionale, afferma Laura Girelli, psicoterapeuta e senior consultant di Wise Growth.
Lo smart working, in quest’ottica, si configura come un modo diverso di concepire la relazione tra tempo, spazio e produzione di valore.
Ma quali sono dunque le caratteristiche di questi nuovi ambienti di lavoro?
Innanzitutto parliamo di luoghi flessibili, che si mettono a disposizione dell’utente; responsivi e riconfigurabili, cioè dotati di un’intelligenza propria che consenta l’adattamento alle diverse esigenze e modalità di occupazione; sono spazi che favoriscono l’interazione tra le diverse comunità e la costruzione di reti e relazioni. In questi luoghi vengono spesso inseriti elementi naturali e questo diventa anche un modo per radicare lo spazio nel suo territorio, favorendone la specificità.
Metodologie e strumenti per progettare spazi e politiche di lavoro
Avete mai avuto la percezione di lavorare meglio o di essere più creativi in uno spazio piuttosto che un altro? Probabilmente sì, e questo succede perché il design e le caratteristiche del workplace hanno un impatto significativo sia sul benessere che sulle prestazioni individuali.
Adriano Solidoro, professore dell’Università degli studi di Milano – Bicocca, sottolinea l’importanza di un approccio partecipativo e centrato sull’utente per progettare spazi di lavoro che promuovano la diversità, l’inclusività e la collaborazione. In questo processo è importante definire e considerare i workplace factors, che comprendono l’insieme di tre livelli in relazione tra loro: la cultura organizzativa, la tecnologia e il capitale umano.
Coinvolgendo i collaboratori attraverso metodologie creative e collaborative – come ad esempio il design thinking – è quindi possibile immaginare luoghi di lavoro funzionali e adatti alle nuove esigenze delle persone che li abitano.
Da smart working a working smart: l’esperienza di Fastweb
Luciana De Laurentiis ci porta l’esempio della prospettiva people based.
Quest’approccio centrato sulle persone promuove un coinvolgimento attivo nel processo di co-design degli spazi; nel caso di Fastweb ciò ha portato alla costruzione di una sede più “smart” ed efficiente caratterizzata da:
- nessuna l’assegnazione delle scrivanie
- uffici paperless (limitando così l’uso della carta)
- spazi multifunzionali
- suddivisione dell’architettura interna con meno muri possibili
- tecnologia green, mobile e all’avanguardia
- interconnessione tramite cloud che facilita il lavoro da remoto
Creare uno smart workplace significa disegnare un ambiente di lavoro che favorisca lo svolgimento agile di attività diverse: da quelle ad alta focalizzazione individuale a quelle più creative e collaborative. Seguire la filosofia del working smart significa anche saper identificare di volta in volta gli spazi, i tempi e i worksetting appropriati per l’attività da svolgere, nonchè gli strumenti tecnologici e i processi per lavorare in maniera efficace.
Da un lavoro veloce ad un lavoro agile. Le testimonianze di Barilla e Tim
Ruggero Rabaglia racconta il processo di ridefinizione della sede Barilla, prima caratterizzata da ambienti chiusi, colmi di carta, corridoi e muri. Attraverso il coinvolgimento delle persone è stato possibile disegnare spazi di lavoro più adatti alle esigenze emerse e maggiormente in linea con la cultura aziendale. Sostenibilità, apertura, agilità, inclusione e cambiamento sono stati i princìpi guida su cui si è basata la riprogettazione.
Gli spazi hanno un ruolo importante nel supportare i comportamenti organizzativi: ambienti inclusivi e aperti promuovono la collaborazione e lo scambio mentre luoghi rigidamente delimitati possono creare dinamiche di esclusione.
Sullo stesso focus si colloca l’esperienza di Tim: l’obiettivo del cambiamento, spiega Ida Sirolli, è stato quello di individuare e codificare quei comportamenti virtuosi e condivisi da applicare negli ambienti comuni delle sedi open space.
Ancora una volta sono stati coinvolti i collaboratori portando esigenze, bisogni e creatività. Attraverso workshop interattivi hanno contribuito a disegnare proposte concrete per un effettivo miglioramento del modo di vivere gli spazi di lavoro.
Le sessioni di co-design hanno portato alla luce la consapevolezza di come l’adozione di comportamenti corretti possa incidere positivamente sull’ambiente lavorativo e sul benessere delle persone.
Possiamo concludere che questi nuovi approcci agli spazi, ai tempi e alle relazioni ci propongono nuove sfide, portando con sé alcuni limiti ma anche enormi potenzialità.
È importante lavorare insieme per far sì che diventino strumenti a sostegno dell’inclusione, della creatività e del benessere organizzativo.
* The Wise Place è il nostro network di aziende che vogliono rimanere aggiornate e confrontarsi sui temi della diversity & inclusion. Attraverso incontri, workshop e roundtable promuoviamo la diffusione di testimonianze e policy che valorizzino la pluralità nelle organizzazioni.
Per saperne di più o aderire come azienda contattaci: info@wise-growth.it