Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate …
Uso questa citazione dantesca come monito, perché questo articolo non ha né l’intenzione né la presunzione di fornire delle risposte. Vorrei piuttosto addentrarmi in un tema molto complesso, quello dell’informazione, collegandolo a un altro argomento altrettanto tortuoso, le generazioni, all’interno di una zona trasversale come l’educazione.
La dis-informazione, la cattiva informazione, le fake news e, in generale, l’importanza di informarsi correttamente sono tutte tematiche attuali. Le troviamo sempre di più nei titoli dei giornali, al centro dei dibattiti politici e anche come punti “all’ordine del giorno” nelle tavole rotonde di impronta scientifica.
Tutto ciò ci fa capire come l’informazione sia un tema che richiama l’attenzione di molte persone. Tuttavia c’è una domanda che dovremmo porci:
Come ci informiamo noi oggi?
È interessante, innanzitutto, riflettere sul processo di routine che impieghiamo per informarci quotidianamente per poi proseguire all’interno del nostro articolo focalizzando l’attenzione sui processi educativi da mettere in atto e costruendo così una bussola che permetta di orientarci.
Informazioni connesse
La Storia dell’informazione si è più volte incrociata con la storia dei media. Fin dall’era digitale (‘900), i media si sono evoluti molto velocemente e ciò ha inciso sulle modalità di erogazione e diffusione delle informazioni all’interno della società, producendo un effetto domino.
Durante il periodo di “egemonia” della stampa e della radio nel palcoscenico dell’informazione, la struttura della comunicazione era basata su una logica verticale “top-down” e “one-more”: c’erano le testate giornalistiche che raccoglievano le informazioni e le diffondevano tramite giornali cartacei. In un sistema di questo tipo, il pubblico di lettori si affidava a ciò che leggeva senza verificare in prima persona se le informazioni fossero veritiere, e ciò poiché c’era fiducia nell’autorevolezza delle stesse testate.
Il passaggio, con l’avvento del digitale e del web, è stato verso un cambio radicale di struttura comunicativa: oggigiorno prevale infatti una logica “more-more”. Ciò vuol dire che nel web ogni persona è produttrice e consumatrice. Per dirla alla Tloffer: “siamo tutti prosumer”. Tutto questo si traduce nella perdita della distinzione tra chi raccoglie e diffonde le informazioni (un tempo le testate giornalistiche, radiofoniche, televisive, strutturate con linee guida e professionisti in grado di vagliare le informazioni utili al pubblico) e chi le “consuma”, le riceve. Il web ha dato l’opportunità alla massa di “far sentire la propria voce”, con tutti i pro e i contro che questa libertà si porta dietro. Uno dei “contro” potrebbe essere proprio la difficoltà di sapersi orientare in questo mare magnum di informazioni.
Quale bussola usare per orientarci?
Riflettendo su quali potrebbero essere i punti cardine della nostra bussola, sicuramente autorevolezza, senso critico e consapevolezza sono i più importanti.
Teoricamente, il primo passo che le persone possono fare per cercare l’informazione è identificare la fonte da cui deriva la notizia. Ciò significa vagliare la grande quantità di informazioni che quotidianamente giungono a chi legge, sulla base di un criterio incentrato sulla qualità. A livello pratico, verificare se una fonte è autorevole oppure no significa controllare il sito da cui proviene. Se, ad esempio, il link in questione contiene “.edu.”, significa che i siti appartengono a fonti accademiche e universitarie, quindi scientificamente valide.
Successivamente, il secondo passo da compiere è quello di leggere l’informazione con uno spirito critico e attivo. Spirito critico, nell’accezione positiva del termine, significa che la “critica” è volta a controllare che l’informazione trasmessa abbia un fondo di verità e sia oggettiva. Allo stesso tempo, il senso critico può portare le persone a leggere e interpretare in modo attivo ciò che a loro arriva.
Infine, dopo aver verificato che la fonte sia affidabile e dopo aver dato un proprio taglio critico e interpretativo alla notizia, è importante raggiungere lo step della consapevolezza. Consapevolezza di come funziona il mondo dell’informazione, andando oltre la punta dell’iceberg che molto spesso questo enorme sistema del web mostra di sé.
Pertanto, per affrontare l’information overload a cui oggi ogni persona è esposta, occorre avviare un processo formativo e conoscitivo che coinvolga qualsiasi tipo di target. Ed è qui che può intervenire la Media Education.
Come gestire correttamente le informazioni?
In primo luogo, la Media Education sottolinea come tutte le persone, nessuna generazione esclusa, dovrebbero essere formate al digitale e soprattutto educate a “saper stare” nel digitale. Perciò, è utile avviare dei percorsi di educazione mediale che possano sviluppare non solamente soft skills digitali, ma anche competenze utili alla gestione dell’informazione, riassumibili nei termini di Media Literacy e Media Awareness. Si tratta delle due competenze mediali per eccellenza che, in maniera sintetica, vogliono indicare, rispettivamente, la capacità di utilizzo dei media in base alle loro peculiarità e la capacità di spirito critico e la consapevolezza quando si naviga online.
Esempi di percorsi e strumenti utili in tal senso sono il Sillabo, il documento che indica le linee guida per realizzare educazione civica digitale nelle scuole (per le persone interessate, rimando alla sitografia per accedere al sito ufficiale) e il progetto realizzato dall’associazione Lime Education.
Alcuni esempi concreti
Partendo dal Sillabo, nello specifico, dall’area “Educazione all’Informazione”, questo è stato realizzato come strumento funzionale a sviluppare le competenze online necessarie per poter mettere in atto delle strategie di ricerca personali – trasversali e orizzontali – che consentano di identificare l’informazione necessaria, all’interno del vasto panorama di tecnologie a nostra disposizione, avendo però la serenità che questa sia attendibile. Ad esempio, una buona pratica in questo senso è quella di affiancare alle informazioni reperite online anche ciò che è offline, come ad esempio manuali e dizionari.
Mentre, il progetto di cui sopra è una delle diverse attività realizzate sul territorio milanese che mira a sostenere lo sviluppo di competenze digitali trasversalmente alle generazioni. In tal caso, si tratta di uno sportello digitale, in collaborazione con il Comune di Cinisello Balsamo (maggiori dettagli sono reperibili nella sitografia) che ha l’obiettivo di consentire il superamento del gap anagrafico, attraverso attività laboratoriali e workshop basati sulla Peer & Media Education, permettendo così a target diversi di interagire per raggiungere uno scopo comune: sviluppare competenze di cittadinanza digitale.
Una riflessione che porta ad aprirci ad altre domande…
Dopo l’incipit dell’articolo, che ci suggeriva di abbandonare la speranza di trovare risposte utili, mi sembra il caso di terminare questa riflessione con ulteriori domande: Cosa rappresenta per noi l’informazione? Che ruolo riveste nella nostra vita? E pertanto, come avere la sicurezza di informarsi bene? E ancora, chi detiene il potere di far circolare l’informazione o la dis-informazione? Chi è la principale “vittima” e chi invece ci guadagna?
Le ultime innovazioni (ad esempio Chat GPT) sono l’esempio di come le tecnologie possano, in alcuni casi, sostituirsi all’uomo per creare e reperire informazioni, e non solo. Ma a questo punto è importante scegliere a chi affidarsi: a noi o alle macchine?
È utile riflettere su questi ulteriori interrogativi, con una consapevolezza maggiore e con una bussola a portata di mano che, come Dante fece al termine del suo percorso, ci può dirigere a uscire e riveder le stelle.
Bibliografia
Serge,Tisseron, 3, 6, 9, 12
Maffeis-P.C. Rivoltella (eds.), Fake news e giornalismo di pace, Scholé, Brescia, 2018
Floridi, La rivoluzione dell’informazione, Codice, Torino, 2010
P.C., Rivoltella, Le virtù del digitale. Per un’etica dei media, Morcelliana, Brescia, 2015
Sitografia
https://www.generazioniconnesse.it/site/it/educazione-civica-digitale/
https://www.cremit.it/educazione-civica-digitale-il-sillabo-per-orientarsi/
https://www.cremit.it/media-education-responsabilita-opportunita-futuro/
https://lime.education/https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/spip.php?article35778