Abbiamo avuto il grande piacere di intervistare Rosanna Provenzano, non vedente, HR specialist presso un istituto di credito e guida presso “Dialogo nel buio”.
Rosanna, da circa 5 anni, è anche una ballerina per passione, e con il suo maestro di ballo Andrea Cangemi, ballerino professionista e insegnante di specialità caraibiche, ha immaginato un progetto chiamato “Blind Experiences”.
Si tratta di un’esperienza di ballo che le persone fanno da bendate, vivendo sulla propria pelle cosa significa muoversi nello spazio da persone cieche. Quello ideato da Rosanna e Andrea è un percorso unico per sensibilizzare sulle potenzialità di chi vive con una disabilità, dimostrando che i limiti possono essere superati con coraggio e fiducia e, come in questo caso, anche attraverso la creatività.
Rosanna, il tuo percorso è straordinario. Persona non vedente, ballerina e professionista nelle risorse umane. Ci racconti da dove è iniziata la tua storia?
Certo, volentieri. Quando ero appena nata, mi è stato diagnosticato il glaucoma, una malattia che ha gradualmente compromesso la mia vista. Da bambina vedevo ancora abbastanza bene, ma durante l’adolescenza la situazione è peggiorata fino a perdere completamente la vista.
Grazie alla mia famiglia e a un amico non vedente, ho trovato il coraggio di reagire. Ho iniziato a guardare la vita con uno spirito diverso, indossando quelli che chiamo gli “occhiali rosa della possibilità”. Mi sono messa in gioco: ho studiato, mi sono trasferita da sola in un’altra città e ho intrapreso tante attività che non avrei mai pensato di poter fare.
Come hai scoperto il ballo?
Per caso, durante una festa. Un amico mi ha invitata a provare, spiegandomi i passi. Mi sono subito innamorata della musica e delle emozioni che il ballo mi faceva provare. Nonostante le difficoltà, ho deciso di iscrivermi a una scuola di ballo caraibico. Ero scettica, pensavo che non mi avrebbero accettata perché non vedente, ma il mio maestro, Andrea, ha trovato un metodo per insegnarmi.
Le lezioni individuali mi hanno dato sicurezza, ma volevo di più. Ho chiesto ad Andrea di partecipare a un corso di gruppo, e lui, nonostante le difficoltà che comportava, ha accettato. Oggi ballo con un gruppo di 20 persone vedenti e mi sento pienamente parte del gruppo, al pari di tutte le altre persone.
L’obiettivo è far sperimentare che cosa significa vivere senza la vista, ma anche dimostrare che i limiti spesso sono solo nelle nostre menti.
È un esempio concreto di determinazione e inclusione. Ma tu sei andata oltre, trasformando questa esperienza nel progetto di Blind Experiences. Di cosa si tratta?
Il progetto Blind Experiences è un percorso di sensibilizzazione che permette alle persone che vi partecipano di vivere momenti al buio, indossando una mascherina sugli occhi. Con Andrea, proponiamo esercizi che stimolano gli altri sensi e culminano in un’esperienza unica: ballare al buio.
L’obiettivo è far sperimentare che cosa significa vivere senza la vista, ma anche dimostrare che i limiti spesso sono solo nelle nostre menti. Vogliamo far capire che, con fiducia e una guida, si possono raggiungere risultati straordinari, anche in condizioni che sembrano impossibili.
Quali messaggi vuoi trasmettere attraverso questo percorso?
I messaggi principali sono cinque:
- Primo, inclusione. Il ballo non è un ambiente pensato per le persone non vedenti, ma con le giuste soluzioni, tutto è possibile.
- Secondo, fiducia. Ballare significa fidarsi della o del partner, e nel mio caso è fondamentale. Quando Andrea balla bendato nella nostra coreografia, dimostra quanto sia reciproca questa fiducia.
- Terzo, coraggio. Nella vita dobbiamo avere il coraggio di affrontare le difficoltà e metterci in gioco. La vita non è sempre facile, ma spesso sono i rischi che accettiamo a regalarci le gioie più grandi.
- Quarto, empatia. Mettersi nei panni delle altre persone è fondamentale. Andrea lo fa ogni volta che si benda e vive per un momento il mio mondo.
- E infine, il cuore. Come dice il Piccolo Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Se imparassimo a guardare con il cuore, il mondo sarebbe un posto migliore.
Se dovessi dare un consiglio a chi sta affrontando una difficoltà, magari in relazione a una disabilità, cosa diresti?
Di non ascoltare i “non puoi” che spesso ci diciamo noi in primis. La vita è piena di possibilità se ci mettiamo in gioco. Certo, servono impegno e resilienza, ma anche un pizzico di autoironia. Ho imparato che con il sorriso e un po’ di fiducia possiamo affrontare qualsiasi ostacolo, o almeno… provarci!
“Blind Experiences” per le aziende
Il racconto di Rosanna ci offre diversi spunti di riflessione sulla disabilità, da intendersi non come un vincolo che esclude le persone ma, se adeguatamente e anche creativamente abbracciata, come leva su cui creare percorsi all’insegna dell’inclusione.
Il progetto “Blind Experiences” infatti non rappresenta soltanto un messaggio di determinazione, ma può anche rivelarsi uno spunto concreto per promuovere contesti organizzativi più inclusivi.
Un obiettivo che le aziende possono realizzare attraverso due strade:
- Evento esperienziale: a partire dalla testimonianza di Rosanna, le persone partecipanti potranno adottare un vero e proprio cambio di prospettiva su di sé e le proprie potenzialità. Avranno modo di esperire il movimento da non vedenti, imparando a muoversi grazie ai propri sensi ed emozioni e successivamente vivere una vera e propria esperienza di ballo, utile a sviluppare la fiducia nelle proprie capacità e nelle altre persone; per finire ci sarà la possibilità di assistere all’esibizione dal vivo di Rosanna e Andrea e avere uno spazio di rielaborazione dell’esperienza;
- Testimonianza: le persone partecipanti avranno la possibilità di ascoltare dal vivo le testimonianze di Rosanna e Andrea, di assistere alla proiezione di una loro performance e di interagire con loro attraverso una sessione di Q&A.
I nostri progetti nell’area disabilità
Da molti anni Wise Growth mette a disposizione delle organizzazioni dei programmi mirati nell’ambito della disabilità, e lo fa innanzitutto partendo da una comprensione del fenomeno e attraverso progetti concreti, innovativi e ritagliati sulle specificità delle aziende. Un obiettivo promosso anche attraverso il Disability Lab (o D-Lab): il primo network interaziendale per condividere best practices sui temi del disability management.
Se pensi che questi progetti possano adattarsi alla tua azienda scrivici a info@wise-growth.it.
Saremo felici di fissare una call di approfondimento.